QUESTA NON è UNA SòLA… come capire se le scarpe sono in pelle

17 marzo 2018

44227 visitatori, chiude con questi numeri l’85esima edizione del Micam, il più importante salone internazionale dedicato alle calzature, tenutosi a Milano dall’11 al 14 febbraio.

La più grande manifestazione della calzatura, organizzata da ANCI Servizi e promossa da Assocalzaturifici italiani, come ogni anno presenta in anteprima le nuove collezioni moda offrendo ai visitatori contenuti di qualità design ed innovazione.

Un’ evoluzione della moda calzaturiera all’interno della quale si inseriscono nuovi format vincenti. In questa edizione, oltre all’area già consolidata dedicata ai giovani emerging designer, troviamo una vera e propria mostra intitolata: “Questa non è un sòla. Scarpe, pelletteria e accessori tra fake e rarità”.

Allestita all’interno della fashion square, la rassegna è la seconda tappa di un percorso educativo organizzato dall’Associazione “Museo del Vero e del Falso” di Napoli in collaborazione con Assocalzaturifici e Confindustria Campania. L’iniziativa è partita dalla “Sala delle Grida” della camera di commercio di Napoli lo scorso 17 novembre per poi approdare, come special guest, all’ultima edizione del Micam. Una vera e propria lotta alla contraffazione. Un impegno culturale che si pone come obiettivo l’affermazione della legalità e la tutela dell’economia locale.

Ogni anno, solo in Italia, si stimano quasi 7 miliardi di euro di mancate vendite e 100 mila posti di lavoro persi a causa della contraffazione nel circuito abbigliamento-calzature-pelletteria.

La mostra ripercorre la storia della calzatura del Novecento raccontata dai pezzi icona; primo fra tutti il prototipo del tacco a spillo, uno speciale stivaletto da danza indossato da Carla Fracci, seguito da una inestimabile collezione di guanti d’epoca forniti dalla fondazione “Mondragone”. E ancora i storici modelli di borse Gucci, Yves Saint Lauren e Louis Vuitton. Gli articoli vengono esposti e messi a confronto con i corrispettivi falsi sequestrati dalle forze dell’ordine nei tanti blitz che troppo spesso accadono.

Riconoscere un fake è davvero difficile, perché chi si occupa di contraffazione diventa sempre più esperto; rifiniture, decori, tessuti… spesso trovare le differenze è quasi impossibile. Oltre la parte espositiva sono stati pensati per valorizzare la manifestazione dei veri e propri laboratori. Come leggere un’etichetta o come distinguere materiali scadenti sono alcuni degli argomenti affrontati con tanto di esercitazioni per i più coraggiosi!

Qualche regola generale vogliamo condividerla anche noi con i nostri follower. Ad esempio, toccare con le mani la tomaia della scarpa per accertarsi che sia morbida e sentire il caratteristico profumo della pelle è un primo approccio che va assolutamente fatto.

Pesare la scarpa! Ebbene si, scarpe troppo pesanti non sono sinonimo di qualità. Ovvio che uno stivale non potrà essere leggero come un sandalo, ma tutto va soppesato e deve esserci una “ragionevolezza di peso”.

Esaminare con attenzione le cuciture! I punti della cucitura devono essere tutti equidistanti ed uguali. Se la scarpa è un falso d’autore, le cuciture storte o diverse saranno un probabile indizio da seguire. Inoltre, per capire se la scarpa è di qualità, fate caso alla cucitura ben fatta (a volte è addirittura doppia) nelle zone dove il piede fa maggior pressione, tallone e collo. Se si riesce a guardare l’oggetto libidico del quale ci stiamo innamorando perdutamente con un briciolo di lucidità, sarà possibile leggere l’etichetta che, per legge, deve essere applicata almeno ad una scarpa. In essa troveremo i simboli che indicano la qualità del manufatto; sarà quindi possibile orientare la nostra scelta anche in merito a queste informazioni.

Parlando di importanti griffe vengono in nostro soccorso i numeri di serie, ovvero codici stampati all’interno della scarpa che sono identificativi di quella determinata serie prodotta.

Lo scopo dell’ originale evento “questa non è una sola” e del nostro articolo è quello di allenare gli occhi dei non addetti ai lavori a saper conoscere e riconoscere un prodotto. Acquistare consapevolmente, saper giustificare o no il prezzo di un articolo, capire la qualità ed il lavoro che c’è dietro di esso.

 

Per chi volesse fare un’esperienza di valore, qualità, craftmanship, confrontare i prodotti, toccarli con mano e perdere la testa per un paio di scarpe senza preoccuparsi dell’ hangover del giorno dopo, può venire a trovarci in azienda. King Tartufoli è lieta di accogliervi in showroom per scoprire la nuova collezione PE 17. Seguiteci anche nei social e sul sito perché, se è vero che bisogna toccare per credere, è vero anche che l’imprinting visivo è rilevante nella motivazione alla scelta!